LUMINOSE ZITELLE
Essere zitella oggi, non è mica più come un tempo.
Certo, di solito, ci si arriva con dolore; dopo fiumi di lacrime che scorrono su sogni infranti.
Ci si arriva quando il Principe Azzurro, si trasforma nella Strega Cattiva e tutte le favole che hai in testa si incasinano. Però, a pensarci bene, essere zitella oggi, non è più come cinquant’anni fa. Oggi una zitella lavora, viaggia, coltiva amicizie, fa quello che le piace e spesso scopa più di una non-zitella. Cose assolutamente impensabili per una “signorina attempata per bene”, anche solo di un paio di generazioni fa.
Qualcuno potrebbe obbiettare che, certo, parliamo di donne intraprendenti, sicure di sé, benestanti…. E non è vero!
Prima di tutto occorre ricordare che oggi le donne intraprendenti si trovano in ogni dove e poi, dai, vi ricordate quelle scene sdolcinate, da romanzo vittoriano, in cui si celebra l’avveduta mogliettina che restituisce la stoffa dell’abito nuovo per comprare il cappotto al marito?
Ecco. Una non-zitella è programmata a spendere pensando “all’altro”, mentre una zitella, impara a gestire le proprie risorse in base ai suoi soli bisogni.
Ora, io sono figlia di una “sessantottina”. La cosa ha creato una certa confusione ancestrale.
Ad un certo punto, le donne, verso la metà degli anni 60, hanno cominciato a chiedere a gran voce, ora lo capisco,… i diritti della zitella!
Solo che, poverine, erano idealiste! Credevano che, chiedendo la parità, non avrebbero pagato dazi!
Ma gli uomini, sposati o no, erano zitelli da secoli nel segretuccio dei loro cuori e non avevano nessuna intenzione di condividere i loro privilegi: altrimenti chi si sarebbe preso cura di loro?
Così le donne della mia generazione si sono ritrovate in un bel casino. Allevate con storie in cui la principessa manda a quel paese il principe azzurro per dedicarsi all’astrofisica, hanno creduto di poter avere tutto.
Il mondo, però, non era cambiato: gli uomini volevano che le relazioni restassero come prima e le nostre madri, con l’età, sono state incasellate in ruoli più convenzionali, lasciandoci a cercare, piene di dubbi, un equilibrio fra zitellità e non-zitellità.
Ora, dopo più di mezzo secolo, la faccenda inizia a sbrogliarsi. Il luogo comune della zitella che conduce una vita a metà all’ombra della famiglia si sgretola vieppiù e sempre più donne coltivano una “zitellità interiore” che altro non è, se non un amore più saldo di sé.
Poco importa che siano sposate o meno, che abbiano zero, uno o cinque figli: lavorano, corrono, ma cercano anche di conquistare i propri spazi.
Parliamoci chiaro: ci si fa il mazzo quadrato. Ci sarà sempre qualcuno pronto a tacciare di egoismo la disgraziata che molla il figlio alla baby sitter per andare alle terme. Secoli di pregiudizi, meravigliosamente progettati, giocano la loro parte.
Fortunatamente, però, l’orizzonte è sempre più chiaro e quando il sole sorgerà su un mondo pieno di luminose zitelle, lo troverà nettamente migliore.
Buona Domenica
Lady Gaia