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My Ladies… questa settimana c’è un assoluto bisogno di uno sfogo. Almeno nella mente e nelle parole.

Buona Domenica.

Lady Gaia

SFOGO

CHE COSA MI MANCA

Presentarsi stringendosi la mano, mostrare il nostro sorriso. Seguire il labiale del nostro interlocutore, specie se seduto dietro a un vetro. Abbracciare senza doversi scostare imbarazzati o senza sentirsi in colpa per aver seguito un così bell’impulso.
Raggiungervi per un aperitivo veloce e poi fare tardi, ripararsi dal freddo in un bar, durante il giorno.
Scriverti che il mese prossimo sarò dalle tue parti e che dobbiamo vederci.
Darsi appuntamento al cinema dieci minuti prima, sapendo che tanto arriveranno tutti “al pelo”.
Notare la noia di chi sta assistendo a una lezione, oppure notare l’interesse di chi sta assistendo a una lezione.
Vedere, in una libreria, un autore presentare il suo libro.
Vedere un bambino condividere un po’ della sua merenda.
Preparare la borsa per andare a Yoga, a Muay Thai, a Danza Africana e cercare di rompere il ghiaccio negli spogliatoi con una frase del tutto inconsistente.
Iscriversi a un corso di teatro e dover camminare nello spazio cercando il contatto visivo con i compagni.
Andare a casa dell’insegnante di chitarra, di clarinetto, di percussioni.
Andare a cena in un posto veramente carino.
Fare la fila per la nuova mostra a Palazzo Reale.
Camminare in cinque o addirittura in sei per strada, ed essere così rumorosi da attirare l’attenzione.
Conoscere gente interessante alle quattro del mattino e pensare che il genere umano sia, nonostante tutto, meraviglioso.
“Flirtare”, compiacendosi di saperlo ancora fare.
Innamorarsi.
Fare un salto in biblioteca.
Offrire una cena, saper mettere a tavola più di dieci persone, anche senza preavviso.
Cercare il nostro posto in platea : “Allora, fila H posti 12 13 e 14”.
Meravigliarsi insieme ad altre trenta, quaranta, cento persone, oppure rimanere delusi dallo spettacolo e parlarne.
Scegliere di andare in Bla Bla Car.
Correre in stazione e arrivare sul treno ansanti.
Darci appuntamento a Firenze che è comoda per tutti.
Stringersi sul sedile posteriore della macchina e “se vedi la polizia dimmelo che mi abbasso”.
Calcolare quanto mi costerebbe un weekend a Berlino e proporlo o farmelo proporre.
Manifestare compatti contro chi crede davvero che ci siano esseri umani di prima, seconda e terza classe.
Festeggiare.
Acquistare i biglietti di quel concerto unico e irripetibile, prima che finiscano.
Farsi largo tra centinaia di ubriachi sudati per andare a ballare “sotto cassa”, o andare a prendere da bere. Il tutto mentre ci teniamo per mano per non perderci nella calca.
La calca.
Gente felice che celebra la vita, che balla, perchè è sopravissuta a una settimana lavorativa.
Ballare.
Proporre di andare a ballare.
Ballare così tanto da non sentire più le gambe.