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Care Ladies!

Continuiamo la nostra intervista con Federico Feriani, proprietario della Fioreria Pasqualin dal 1900, situata in pieno centro storico a Vicenza.

Cogliamo l’occasione per fare un passo indietro, e parliamo della scelta dei fiori per una festa che celebra in assoluto l’amore: San Valentino.

In Veneto c’è un proverbio che dice: “Passato il santo, passato il miracolo”.

Ma noi siamo certi, e Federico ne é profondamente convinto, che l’amore andrebbe celebrato ogni giorno, non solo a San Valentino, perché raccontarlo non é mai abbastanza.

E se parliamo di amore, regalare un fiore é simbolo per eccellenza di sensibilità e attenzione per chi ci sta accanto.

In tutte le cose c’é bisogno di amore, e chi più di Federico può dire di amare con passione e dedizione il suo lavoro e i suoi amati fiori?

Lui ne è convinto, se tutti noi lasciassimo crescere l’amore di cui siamo fatti il mondo sarebbe sicuramente un posto migliore.

Partendo dall’amore verso noi stessi che rappresenta il combustibile che guida il cambiamento personale e ci aiuta a crescere per diventare persone più amorevoli con gli altri.

E invece siamo occupati, tutto il giorno, dal fare, dal produrre, dall’avere, e non ci rendiamo conto di quanto sia breve la nostra vita.

Corriamo incontro a cosa? Ingordi di accumulare, non ci soffermiamo alla semplicità delle cose e ci perdiamo cosi il bello della vita.

Una storia d’amore dovrebbe essere raccontata oltre che vissuta, e 50 anni di storia tra i fiori confermano quanto per Federico sia importante raccontare e celebrare il sentimento dell’amore con i fiori.

Se dovessimo fare un salto indietro di 50 anni, il “regalare fiori” era un atto esclusivo dei ceti sociali benestanti.

Poi, con il miglioramento delle condizioni economiche, é diventato “patrimonio” di più categorie sociali.

A tal proposito Federico suddivide la clientela in due categorie: i clienti sensibili che regalano fiori, dedicando grande attenzione alla scelta e al messaggio che vogliono trasmettere. E i clienti nuovi non ancora educati alla scelta del fiori ma interessanti dal punto di vista della imprevedibilità della scelta.

“In fondo il fiorista diventa anche psicologo e, senza ombra di dubbio, anche poeta. Non é raro, anzi all’ordine del giorno, essere l’artefice del biglietto che accompagna i fiori!” – esclama sorridendo.

Non siamo più abituati a scrivere e l’espressione dei nostri sentimenti diventa, il più delle volte, più complicata di un rebus.

Eppure é essenziale per la nostra salute emotiva percepire e vivere i nostri sentimenti.

L’avere a disposizione enormi varietà di fiori é uno degli aspetti più interessanti della nostra epoca, ci facilita nella scelta del fiore più adatto all’espressione del nostro sentimento.

Se un tempo la scelta era scontata, ora con l’avvento di internet possiamo scegliere tra centinaia di specie e colori. Cosi da risultare il più delle volte originali e unici.

L’assortimento floreale é cambiato, non é più Sanremo, da molti anni ormai, a farla da padrone, ma paesi come la Francia, l’Olanda o addirittura la Nuova Zelanda si sono specializzati nella cultura di specie diverse, incredibilmente affascinanti e straordinarie.

E chi più di Federico può essere testimone di questo cambiamento? Il suo primo approccio con un fiore avvenne a Jesolo, d’inverno, all’età di 4 anni!

Da quel giorno tante cose sono cambiate, ma in fondo é ancora quel bambino che ancora si stupisce per una nuova specie di fiore, o per una varietà di colore inaspettata.

E il suo stupore sfocia poi in poesia, che inneggia all’amore per la sua famiglia: per Liliya, con lui nella foto, che gli ha rapito il cuore, insieme al piccolo Elia, un bambino che già promette bene muovendo i suoi primi passi nel mondo delicato e sensibile dei fiori.