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Prendete due parole, diceva Gianni Rodari nella sua “Grammatica della Fantasia”, due parole che non c’entrano nulla l’una con l’altra.

Ad esempio: (lo faccio guardandomi intorno nella stanza in cui sto scrivendo…) TESSERA ELETTORALE E UNA ROSA.

La strada che porta dall’una all’altra si chiama “Binomio Fantastico” e serve per attivare la nostra fantasia… buona domenica da Lady Gaia.

Una rosa in un roseto, nacque con una particolarità,

una macchia d’oro puro proprio sulla sommità.

Mentre cresceva si accorse però,

che le altre eran diverse proprio un bel po’.

Erano rosse, gialle, bianche e screziate,

ma d’oro le loro teste non eran coronate.

Cominciò a pavoneggiarsi, come fosse la regina,

pungendo con la lingua, oltre che con la spina.

Era la più bella e anche la più alta

era  così chiaro il posto alla ribalta.

Le altre nel roseto non ne potevan più,

ma sapevan che esser belle non era una virtù.

Mentre la magnifica Regina dall’alto si beava,

nel cuore del giardino una storia si ascoltava.

E venne il giorno delle elezioni,

in quel paese e in quelle regioni.

Dalle montagne al litorale

tutti sfoggiavan la tessera elettorale.

Era una gran festa quel giorno particolare,

tutti si incontravan, senza andare a lavorare.

Ed al sindaco uscente,

era usanza fare un presente:

alla sua tessera elettorale,

veniva allegato un dono speciale.

Una storia nel roseto da sempre riecheggiava,

del figlio del pastore che con le forbici arrivava;

e quando venne il ragazzino

ogni fiore si fece piccino.

Solo una rosa rimase svettante,

con il suo solito fare arrogante.

E fu così che recisa e tagliata,

alla tessera elettorale venne allegata.