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My ladies…questa domenica un altro articolo sulla creatività del mio papà… Un abbraccio a tutte!

PAROLE CATTIVE, PAROLE BUONE, PAROLE CREATIVE

“Pensando che il mattino ha l’oro in bocca e che tutte le strade portano a Roma, cercai di ben iniziare per essere a metà dell’opera. Mi vestii pensando che l’abito non fa il monaco, mangiando a quattro palmenti. E siccome chi la fa l’aspetta, restai di stucco perché chi tace acconsente. Con il sudore della fronte mi accorsi di essere stanco, ma felice. E se la vita è dura, la notte porta consiglio. Un giorno dopo l’altro, le feste porta via, rosso di sera, governo ladro, comunque vada sarà un successo”.

Le nostre conversazioni si riempiono di luoghi comuni, il nostro cervello si sdraia sul divano delle comodità perdendo energia creativa, pulsioni, voglia di ricerca.

Non solo, ma senza accorgercene ci lasciamo inondare di parole che ci affliggono.

Ci sono parole che affliggono quasi tutti: morte, malattia, ecc. Poi ci sono parole “personali” che ci affliggono, quelle associate a nostre esperienze spiacevoli. Ad esempio la parola “inter” affligge iuventini e milanisti.

Altre volte ci sono parole ambivalenti, come il “no” .

Si, perché ci sono due tipi di “NO”, quello cattivo di rifiuto, di isolamento, di aggressione, e quello buono, ovvero un “NO a te” per dire “un SI a me”.

Quante volte non siamo riusciti a dire no a qualcosa che non volevamo? Per paura di offendere, irritare il richiedente? E’ facile scoprire quanto sia ben accetto un no, quando espresso come un si a se stessi: “guarda, devo finire di scrivere questo articolo che mi entusiasma e non posso venire all’aperitivo, ti richiamo presto”.

Ma torniamo alle parole “cattive”, quelle che quando le diciamo ci affliggono. E’ giunto il momento di farne un lungo elenco. Alcune ci sono immediate, altre dovremmo pazientemente scoprirle di giorno in giorno. Mentre allunghiamo l’elenco, possiamo eliminare una parola cattiva a settimana, per sempre.

Ecco la ricetta:

  1. occorre munirsi di un braccialetto elastico
  2. indossarlo al mattino sul polso e scegliere la parola da eliminare dal nostro parlare (ad esempio: “grasso”)
  3. ogni volta che diciamo la parola “cattiva” tiriamo l’elastico sul polso e poi lo lasciamo andare causando una sensazione leggermente dolorosa.

Il nostro corpo lo registrerà ed in una settimana farà sparire per sempre la parola che ci affligge.

Ovviamente le parole che ci affliggono, possono arrivarci dagli altri, dalle televisioni, dai giornali.

Una studiosa americana di longevità, ha scoperto che il rifuggere dalle trasmissioni televisive che parlano di malattia e prevenzione, e passare via dagli articoli a riguardo, allunga la vita ed il benessere.

Però, così come ci sono parole che ci affliggono, ci sono parole che ci nutrono l’anima e creano benessere. In genere sono tutte le parole poetiche. Leggere Shakspeare è quasi come ascoltare Mozart: tutta salute.

Il nostro cervello si sveglia, guarda, sente, odora, vive ed ama. Si gusta la vita.

Per chi mi ha letto sin qua un piccolo regalo.

Il regalo è la parola “FINORA”. D’ora in avanti quando diremo una frase negativa dovremo aggiungere FINORA.

Ad esempio: ho letto un sacco di diete e non sono mai riuscito a dimagrire… FINORA.

Ciao a tutti.