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UNA PASQUA

Quest’anno a Pasqua mi voglio ricordare

delle Pasque che ho vissuto senza pensare.

C’era il tempo delle feste della primavera,

quando le fanciulle nell’acqua vedevano l’amore di un era.

Se le messi erano abbondanti,

ci si ritrovava felici e festanti.

I bambini cercavano uova,

c’erano torte e sorprese a iosa.

Gli uomini parlavano con onestà

tutti raccolti nel dono della lealtà.

Oggi ci sono le famiglie, a volte disgiunte,

a volte riunite,

ma la grande fiducia della comunità

troppo spesso è divisa in piccole metà.

Allora l’invito mi sembra doveroso,

uscite in gran numero anche se sembra spaventoso.

Portate uova, risate e bambini a visitare

luoghi segreti adatti a passeggiare.

Forse fra il brillio di una foglia,

ancora una volta tornerà la voglia.

Di sentire un pigolio

e di vedere un qualunque dio.

Capace di donare e a tutti ricordare,

che la stagione della comunità

è proprio ad un passo dalla realtà.

Le ragazze ritroveranno l’amore

ed ogni uomo tornerà un pastore.

Questo il mio augurio e quest’anno lo sento

si apriranno le porte del sentimento.

Quest’anno a Pasqua mi voglio ricordare

delle Pasque che ho vissuto senza pensare.