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My ladies, questa domenica parliamo della figura del Soldato

Soldato:

Il Soldato prega più di tutti gli altri per la pace, perché è lui che deve patire e portare le ferite e le cicatrici più profonde della guerra.

La storia si ricorda dei re, non dei soldati.

Ma, in una dura giornata di guerra, io credo fermamente di aver intravisto il Creatore. In un ferito grave e già presso a morire. Quando gli tolsero adagio la giubba lacera e sporca apparve la veste intrisa del sangue che, come un velo liquido e vivo, gli fasciava e rendeva brillanti le membra vigorose.

Senza parlare mi guardò. I suoi occhi erano colmi di dolore e di pietà, di volontà decisa e di dolcezza infantile. Al fondo vi tremava, attenuandosi, la luce di visioni beate e lontane. Come di bimbo che si addormenta poco a poco. Non altrimenti dovette guardare il Figlio dall’alto della croce.

A nessuno la terra è amica quanto al soldato. Quando vi si aggrappa,  quando col volto e con le membra vi affonda nell’angoscia mortale del fuoco, allora essa è il suo unico rifugio, gli è fratello, gli è madre; nel silenzio di lei egli soffoca il suo terrore. 

In guerra i soldati, quando in trincea sono bersagliati dal fuoco nemico, cercano accanitamente un’occupazione qualsiasi per sopportare più facilmente l’immagine del pericolo. E a me tutte le persone appaiono come dei soldati, che però cercano scampo dalla vita: chi nell’ambizione, chi nel gioco, chi scrivendo leggi, chi nelle donne, chi nei giocattoli, chi nei cavalli, chi nella politica, chi nella caccia, chi nel vino. Basta solo non vedere, lei. La terribile vita!

Mia madre diceva: “Fa ciò che è giusto, perché lo ritieni giusto, non perché devi farlo.”

Ed io ritenevo giusto essere un soldato.

Ho ricercato la figura del soldato anche nel Medioevo. E ho trovato l’immagine del cavaliere, che metteva Dio sopra tutto. Il cavaliere medioevale non infierisce sul nemico per ucciderlo, ma gli stringe la mano. C’è della bellezza in questo, e questa realtà investe tutto il mondo.

Che i soldati abbiano sempre messo in conto l’idea di morire è un dato di fatto: convivono con l’idea, la accettano, se la aspettano, ma nel profondo dell’animo vogliono che accada nel modo giusto.  Vogliono che sia nobile.

La prima virtù di un soldato è la sopportazione della fatica; il coraggio è solo la secondo virtù.

Desidero solo una cosa, con tutto il cuore: che come i bambini giocano ai soldati, così per farla finita con le guerre, i soldati si comportassero come bambini.

Se la guerra genera altra guerra chi erediterà il mondo?