My Ladies, quest’oggi parliamo di stelle, ma non in rima.
Quella che segue è una riflessione poetica in prima persona… buona domenica.
Quante stelle! Quanti mondi lontani e sconosciuti! Una volta qualcuno mi ha detto che le stelle sono milioni di volte più grandi della Terra. Saranno abitate? Ci sarà anche lassù il lavoro, la sofferenza, la morte, il dolore?
Nella nostra galassia ci sono quattrocento miliardi di stelle, e nell’universo ci sono più di cento miliardi di galassie. Pensare di essere unici è molto improbabile.
Da piccola pensavo che forse, quando nessuno le guarda, le stelle non sono più stelle. Forse sono diamanti, polvere di fate, risate di bambini. Sono come siamo noi quando nessuno ci guarda.
Per me le stelle sono buchi nel cielo da cui filtra la luce dell’infinito. Non trema la luce delle stelle. Trema il nostro sguardo, sapendo dell’enorme sforzo che questa luce ha realizzato per farsi vedere.
Oh! E’ troppo libera la mia anima. Credo che sia dentro di me, e invece è dentro gli occhi verdi di mio padre, poi fa un salto e va a braccetto con una nuvola, poi fa una capriola e si unisce alla polvere d’oro delle api e, prima di tornare a me, risponde ancora alla chiamata delle prime stelle della sera.
Che cosa si siano detti non lo so, ma tutte le anime del prato devono aver sentito i loro discorsi.
Il maestro dice che tutta la materia di cui siamo fatti noi l’hanno costruita le stelle, con le supernove, cioè queste stelle molto più grosse del Sole che alla fine della loro vita esplodono e sparpagliano nello spazio tutto quello che serve a generare la vita.
Per cui noi siamo veramente figli delle stelle.
A me piace pensare che le prime stelle della sera siano come se qualcuno avesse gettato una manciata di risate di bambini attraverso il confine del mondo e che quando morirò, visto che abiterò in una di esse, visto che riderò in una di esse, allora sarà come se tutte le stelle ridessero.
Le cose sono unite da legami invisibili. Non puoi cogliere un fiore senza turbare una stella e la disperazione è un vocabolo vuoto inventato dalle persone che non guardano mai il cielo.
Ora guardate in alto ed esprimete un desiderio. Non ditelo a nessuno. Neanche a voi stessi. I desideri si avverano quando ti dimentichi di loro.
Bellissima l’idea che tutte le stelle si estinguano solo una volta declinato l’intero paradigma dei nomi di Dio.