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My Ladies, oggi parliamo di scienza dalla parte dell’amore e un’altra bella poesia della mia amica Irene. Buona domenica a tutte!

TRA LO SPAZIO ED IL TEMPO

Poesia, poesia, poesia, sto diventando la penna dell’anima mia. 

Scendo in me la scala profonda che porta dritta ad una vita da fionda: ci sono laghi, cascate e fontane, i miei sogni a renderle arcane. Ci sono il potere e la magia, tutta la forza della mia fantasia.

Risalgo di nuovo e porto con me, una nuova favola, un nuovo perché.

Ogni volta che ho paura di morire, è nel mio castello che scelgo di fuggire, ma il castello non ha un’entrata e diventa quindi una fuga giocata. 

Un gioco, un ballo che si fa ogni giorno per la paura di finire nel forno. 

Quel brutto forno crematorio che ci porta via dall’umano oratorio, ma la paura di morire è anche ciò che ci permette di gioire: un bacio, un fiore, un solo raccolto pongono fine al gran disaccordo. E allora la vita riprende a fluire, con forza, capace in un divenire.

Adesso mi chiedo, sarà forse questo? Che rende il gioco un po’ disonesto? 

Due facce ha sempre un sentimento, l’amore, poi l’odio che gran tormento. Quel che sentiamo, nasce e si muove, continua a cambiare mentre facciamo le prove ed ogni volta che lo guardiamo, ci si trova sempre un nuovo ricamo.

Il ricamo segna la vita, rendendola degna, vissuta, finita, ma per noi che lo viviamo sembra solo una strana partita.

Allora mi chiedo, non sarà che è l’amore? Che chiede agli scienziati le ultime prove?

Quelle di vedere fra lo spazio ed il tempo chi sta seduto, inviolato, al suo centro.

L’amore, la materia oscura, che permette alla luce la sua danza in frescura.

INVERNO

L’inverno si affaccia

nel suo gelo

Sta scendendo la neve,

pura e bianca.

Lasciamo che i bimbi si

divertano a fare palle di neve.

Anche questo inverno ci sarà

sole, pioggia…

Ma chi veglierà su di me?

Tu principe dei miei sogni,

chissà.