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Care Ladies! Oggi con Lord Byron parleremo di cappelli, da qui il titoloi: Tanto di cappello!

Per chi non avesse ancora conosciuto Lord Byron, vi invito a leggere l’articolo precedente Lord Byron: arte e moda, binomio perfetto.

Coco Chanel diceva: L’educazione di una donna consiste in due lezioni: non lasciare mai la casa senza calze, non uscire mai senza cappello“.

E in effetti il cappello è un accessorio affascinante e di gran classe, e con una lunga storia alle spalle.

Cappello deriva dalla parola latina alto-medioevale cappellusdiminutivo di cappa, cioè piccola cappa.

I nostri antenati primitivi, ad esempio, usavano un copricapo di pelliccia per proteggersi dal freddo. Da qui il primo abbozzo di quello che verrà poi chiamato cappello.

Successivamente i copricapi assunsero anche un valore religioso in quanto la testa, sede dell’anima e della vita, andava protetta e messa in evidenza, per richiamare l’attenzione del divino e andare verso i suoi poteri.

Le corone dei faraoni, ad esempio, erano simbolo di potere e sacralità,

Quella del cappello è dunque una vita lunga quanto quella dell’uomo che lo ha ospitato sulla propria testa: dalle origini più lontane in Egitto, in Grecia, in Asia fino all’epoca più moderna quando in Europa si diffonde la moda del cappello elegante, a partire dalla Francia e dall’Inghilterra per arrivare alla grande produzione italiana dell’Ottocento e del Novecento.

Presente in tutte le civiltà è un simbolo dalle molte valenze, culturali, sociali, individuali; influenza i codici comunicativi, rappresenta visioni del mondo, è metafora della creatività che si sprigiona dalla sede del pensiero sulla quale sta appoggiato.

Il cappello protegge, nasconde il capo e rende il volto più misterioso, trasformandosi in oggetto di seduzione, di provocazione, di eleganza, di stravaganza, di appartenenza, di magia!

I gesti del mettersi il cappello, del togliersi il cappello, del cambiare cappello, sono gesti semplici che appartengono alla vita quotidiana, ma quanta teatralità c’è in essi!

Attraverso il cappello io comunico, lancio messaggi, provoco, recito ruoli diversi, esprimo ciò che sono.

Tra l’uomo e il cappello c’è una straordinaria complicità.

É per me un piacere indossare un accessorio dalle tante sfaccettature, istrionico, e allo stesso tempo di grande utilità.

Il cappello possiede un’anima, ha in sé una straordinaria voglia di emergere e prendere forma e vita.

La voglia di personalizzarlo è da sempre una forza che mi spinge a valorizzare un accessorio a cui non so rinunciare.

Un semplice dettaglio, che può essere dettato da un impersonale incontro di tessuti, piuttosto che dall’utilizzo di oggetti o materiali di uso quotidiano, rendono il cappello unico e originale.

Divertiamoci e giochiamo a personalizzarlo, perché la moda è soprattutto gioco.

Indossare un accessorio non significa solo “portare” quell’accessorio, ma è vivere e far vivere ciò che si indossa.

 Sbizzarritevi e raccontatemi i vostri cappelli, vi aspetto!