Mi chiamo Dio, Jahve, Geova, Allah, ho e ho avuto mille altri nomi.
Il primo è Gea, sono la Madre Terra ed è giunto il momento che vi racconti della mia guerra.
Sono nata grazie ad una tempesta spaziale, retaggio di una galassia ancestrale. Lì dove c’era solo immobilità, c’è voluta la luce per combattere l’oscurità. Ma perché tutto questo potesse accadere mille stelle e mille mondi sono dovuti cadere. Tutta la forza dell’universo infinito, miliardi di anni per generarmi ha patito.
E quando finalmente sono stata partorita, l’universo intero mi ha riverita. Mi ha mandato l’oro, l’argento e i diamanti, per rendere onore alla mie ferite brucianti.
Poi mi hanno regalato l’acqua per generare la vita e tutte le risorse per renderla ardita.
Allora io per prima ho creato la donna perché fosse come me: tutto amore.
In sette giorni ho inventato tutto ciò che occorreva al mio Eden: frutti, fiori, animali e mille segreti delicati…. La mia Eva apprezzava tutto questo, però era impertinente, gioiva tutto il giorno e non generava niente.
Allora ho pensato di aver fatto uno sbaglio. Se i frutti erano tutti a sua disposizione non ne avrebbe mai capito valori e canzoni. Allora l’ho scissa e dalla sua costola ho estratto un po’ di supponenza, un pizzico d’amore, il piacere, l’onore e ho fatto l’uomo, per simulare l’apparenza della mia nascita mortale.
Dovevo dare all’incarnato un assaggio della vertigine del creato, ma facendo questo qualcosa è degenerato. C’è violenza, c’è guerra, c’è la fame; che delle mie donne il cuore ha voluto lasciando l’uomo solo e perduto.
Per ogni amore che viene ferito, si perde sempre un po’ di infinito.
E se ogni me che s’è incarnata non trova l’ispirazione, di me resterà solo e soltanto distruzione.
Se non c’è amore, se non ci sono io, non c’è nessuno da chiamare Dio, tutta quanta l’umanità cadrà perduta, spezzata a metà.
My Ladies ricordate, siete state le prime ad essere create ed ogni volta che non alzate la testa, un altro uomo senza il mio amore resta.