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Mare, mare ma che voglia di arrivare lì da te… Cosi cantava Luca Carboni. Ed eccomi qui a scrutare l’orizzonte cercando di intuire la fine di quel interminabile mare che cavalca sfumature che vanno dall’azzurro, al verde intenso, al blu cobalto. Colori che rasserenano, che riempiono gli occhi e il cuore. Mi perdo tra i pensieri ammirando scenari che il nostro Bel Paese sa offrire. Circondata da  colori sensazionali assaporo quei pochi giorni che mi sono concessa per ricaricare le pile, per assorbire l’energia che sprigiona il mare. Bambini che giocano emozionati in quel mare che incanta qualsiasi sguardo. Genitori che diventano bambini in balia delle onde che si infrangono a riva. È tempo di giochi, di spensieratezza, di lunghe passeggiate per raggiungere quel punto all’orizzonte, scrutato dalla sdraio, quasi fosse una meta a cui non possiamo rinunciare. E così, nel nostro cammino, attraversiamo scenari differenti, ognuno con i suoi colori, i suoi “abitanti”.  Spiagge attrezzate di ogni comfort, con lettini che diventano veri e propri giacigli a 2 piazze, protetti da tende bianche che danzano al ritmo del vento, si alternano a spiagge libere dove ombrelloni piantati qua e là, sono tanti tasselli di un mosaico dai 1000 colori. E mentre l’acqua salata raffredda le temperature africane di questi giorni, mi fermo ad osservare una mamma che nuota con il suo bimbo. La mamma, a dorso, si lascia trasportare dal dolce movimento dell’acqua e il bambino guardandola esclama : “Mamma sei un po’ morta”. In queste parole, trasudanti di vita, c’è l’essenza della felicità. L’abbandonarsi totalmente, abbracciati dalla natura, è un po’ come morire. “…Così tra questa Immensità s’annega il pensier mio. E il naufragar m’è dolce in questo mare” (L’Infinito. Giacomo Leopardi)