Véstiti, usciamo! Quanto potere in due semplici parole. Racchiudono in sé la magia di una serata in cui sarai tu la protagonista, perché chi ci rivolge questo invito, che non contempla alcun’altra azione se non quella di prepararci e uscire, vuole condividere il suo tempo con te. Sei tu il centro dell’attenzione, sei tu la sua emozione. E in due parole traspaiono carezze, abbracci, baci, sguardi. Perché in sole due parole c’è dentro un mondo, un universo. Perché quell’invito è una dichiarazione, un regalo esclusivo per te. Basta chiudere gli occhi e percepire la forza di queste parole, la complessità delle emozioni che provocano… Perché tutti abbiamo bisogno di essere desiderati, cercati, amati. Chi sarebbe in grado di vivere senza abbracci, senza carezze? Si dice che ci sia una lunga coda davanti ad Amma, la guru indiana che non fa altro dalla mattina a alla sera che abbracciare. Perché quel vuoto, quel calore che cerchiamo è fondamentale anche per riconoscere noi stessi. Ricordo una mia amica che spesso si baciava le mani, le braccia. Io la guardavo sorridendo. Un giorno mi chiese: “Quanto vuoi bene a te stessa? Quanto ti ami?”. Ci pensai un po’ e poi mi resi conto che non mi amavo affatto, che il rapporto con il mio corpo è da sempre un disastro. Che non mi piaccio, e vedo difetti ovunque, e invece basterebbe cosi poco per apprezzare quello che siamo. E smetterla di ricorrere fisici statuari, giovinezza perduta. E lo dico soprattutto a me stessa: dobbiamo imparare ad abbracciarci e ad abbracciare perché è condividere per un istante la coscienza di un’appartenenza. Appartenere a un’umanità, anche se sempre meno umana, ma che forse potrà salvarsi attraverso semplici gesti, attraverso semplici parole, che hanno in sé il potere di cambiarci la giornata, di sentirci importanti, di apprezzare quello che siamo. Allora sei pronta? Véstiti, usciamo!