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Care Ladies! Vi pongo una domanda: secondo voi seguire la moda va ancora di moda? Se guardiamo al passato, la nostra generazione è nata a cavallo di una grande rivoluzione della moda. Gli anni 80 hanno segnato la nostra adolescenza, imponendo diktat modaioli a cui difficilmente ci si sottraeva. Ricordo le giacche con spalline pronunciate, i leggings, che allora chiamavamo fuseaux, con fiori e stampe jungle. Gli abiti sperimentali di Gianni Versace che si divertiva a combinare materiali diversi, come l’inserto in plastica trasparente nell’abito in lycra. Le creazioni pazze di Moschino, ricordo un abito il cui scollo era impreziosito di piccoli orsetti in peluche. Il taglio rigoroso e pulito dei capi firmati Giorgio Armani. I pantaloni drappeggiati e voluminosi di Norma Kamali. I tubini mozzafiato coloratissimi di Ungaro… Ogni stilista era riconoscibile tra mille. Ogni capo aveva personalità e carattere. Ora non è più cosi. Tutto si è omologato, tutto è diventato in un certo senso noioso. Le fonti di ispirazione per noi erano le modelle icone degli anni 80: Carol Alt, Elle Macpherson, Cindy Crawford, Stephanie Seymour, Christy Turlington, Linda Evangelista. Donne di una bellezza senza tempo, ancora bellissime oggi, dotate di una spiccata personalità. Guardavamo incantate le riviste di moda e tutte noi ragazze sognavamo di diventare, un giorno, icone di stile come loro hanno saputo essere. Le vacanze estive erano per me l’occasione per fare qualche lavoro come commessa, per poter comprarmi gli abiti dei miei sogni. Alcuni abiti, troppo costosi, li facevo copiare da mia madre, una sarta dalle mani d’oro. Anche le sfilate a quei tempi erano veri e propri show, non tanto per la scenografia o per l’allestimento della passerella, ma soprattuto per l’energia e la carica di fascino che le top model emanavano. Poi, crescendo, noi ragazze degli anni 80 abbiamo scelto uno stile ben preciso. A volte tentando nuove sperimentazioni, ma poi tornando a vestire ciò che fa parte del nostro bagaglio di vita. L’avvento di Sex and the City e l’armadio mozzafiato di Carrie Bradshaw hanno dato una forte scossa alle donne che poi siamo diventate. Chi non ha provato invidia per quella cabina armadio, terribilmente vuota se non per un paio di scarpe di Manolo Blahnik? Ecco, Carrie ci ha insegnato ad osare. A sprigionare la fantasia, abbattendo tutte le regole, ed eleggendo a pieni voti una gonna pomposa in tulle con una semplice t-shirt. Le combinazioni che ho imparato da Carrie Bradshaw sono per me una sferzata di creatività. Se prima non osavo, se non marginalmente, ora è la mia fantasia e creatività ad avere la meglio. Amo combinare stili diversi e il vintage sa sempre darmi ispirazione. Una gonna piena di lustrini e paillettes anni 80 combinata ad un chiodo borchiato in pelle è un outfit che metto in pieno giorno. La moda la creo io. Non la subisco. Niente è fuori moda, perché niente è di moda. Forse è proprio questa la rivoluzione del nostro secolo. Avere la sensibilità e la capacità di mixare, sperimentare, accostare, osare… Perché IO sono e il resto, almeno quando si parla di moda, non conta.