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Il confronto fra due generazioni: per alcuni scontro, per altri incontro, per me e Ludovica un’affinità che ha in serbo qualcosa di magico. Ho conosciuto Ludovica una settimana fa, a Bologna. Una carissima amica comune aveva organizzato il nostro incontro. Un pranzo in un elegante bistrot e uno scambio di idee, di ispirazioni, di emozioni, di sensazioni, di progetti, che a breve nasceranno. Le differenze tra di noi sono tante, se vogliamo chiamarle differenze, anche se le definirei più punti di incontro. L’età, in primis, Ludovica appartiene alla generazione Y, è una Millennial. Io appartengo alla generazione X, quella precedente. I gusti, il modus vivendi, le abitudini, le scelte di vita, le esperienze, decisamente differenti. Proprio da questo siamo partite, dal raccontarci, dal condividere attimi di vita che hanno un valore importantissimo. Il saper ascoltare, il saper cogliere l’essenza delle cose, la loro mutevolezza, senza giudizi o critiche, consapevoli entrambe dell’importanza della comunicazione. Tra le due generazioni c’é un gap, una spaccatura netta, un divario difficile da colmare. Ma si tratta solo di iniziare, di vedere le cose o affrontarle, semplicemente, con occhi diversi. La generazione X ha vissuto in modo totalmente diverso, ha assistito al passaggio di una nuova epoca, ha visto nascere la tecnologia, ha imparato ad usarla, si è evoluta e ha vissuto tappe importanti della storia. Il rapporto con il digitale, con il web, con i social è stato un passo non facile. C’è chi lo ha accettato cercando di cavalcare una nuova onda, un nuovo modo di pensare e interagire. C’è chi non lo sopporta e, alla comunicazione digitale preferisce un incontro, una stretta di mano. Entrambi i modi di comunicare possono coesistere e l’uno può rafforzare l’altro. Noi figli del 900, vediamo i Millennials come una generazione vuota, che non sa comunicare, vittime di un’era digitale che ha distrutto valori e tradizioni. Li consideriamo senza spina dorsale, figli di un sistema che rende schiavi e schivi. Li vediamo assorti nei loro telefonini e sempre più soli e alienati. E i Millennials come ci vedono? Vecchi? Incapaci di usare i loro strumenti di comunicazione? Noiosi? Lontani? O forse non ci considerano proprio? Perché non facciamo parte della loro era, non siamo “”utili” al loro mondo…. Tutti quesiti che giro a Ludovica perché solo chiedendo il perché, solo avvicinando le nostre paure, solo cercando punti di incontro, possiamo condividere e conoscere i nostri mondi, possiamo colmare quel vuoto che ci impedisce di capire, di credere in loro e loro in noi. Sono solo spunti che abbiamo delicatamente e con rispetto affrontato io e Ludovica e vi assicuro che é stato un momento di grande crescita per entrambe. Perché “Le affinità elettive” di cui Goethe ha egregiamente scritto nel suo romanzo, le vorrei leggere in chiave moderna, sono sempre i sentimenti che parlano e ci guidano. Se lo chiediamo a un vocabolario, leggiamo che l’affinità elettiva è la proprietà di alcune sostanze di reagire tra loro formando composti nuovi’. Ecco il creare composti nuovi, il credere che possono nascere grandi progetti anche tra mille interrogativi, ed è questa la positività che io e Ludovica vorremmo trasmettere, per sensibilizzare, per aprire una fessura da cui traspaia un po’ di luce. La libertà di comunicare, proprio di questo dobbiamo riappropriarci, entrambe le generazioni sia X o Y. Perché come afferma Goethe “Nessuno è più schiavo di colui che si ritiene libero senza esserlo.”